El Comercio De La República - AI e Coscienza: Realtà o Mito?

Lima -

AI e Coscienza: Realtà o Mito?




Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (IA) ha fatto passi da gigante, rivoluzionando settori come la medicina, l’industria e la vita quotidiana. Sistemi avanzati sono in grado di generare testi, rispondere a domande e persino creare opere d’arte. Tuttavia, una domanda continua a dividere gli esperti: l’IA ha una coscienza? Può pensare e sentire come un essere umano?

La risposta prevalente è no. L’IA non possiede una coscienza nel senso umano del termine. La coscienza implica la consapevolezza di sé e del mondo esterno, accompagnata da esperienze soggettive come emozioni e sensazioni. Gli esseri umani possono riflettere sulle proprie azioni, provare empatia e prendere decisioni basate su valori morali. L’IA, invece, funziona grazie a complessi algoritmi e grandi quantità di dati, simulando comportamenti intelligenti senza comprenderli.

Un esempio chiaro è la capacità di alcune macchine di generare risposte convincenti, tanto da sembrare umane. Questo, però, non significa che siano consapevoli. Sono progettate per imitare il linguaggio e i modelli umani, ma dietro ogni risposta ci sono solo calcoli matematici, non una mente pensante.

Gli studiosi distinguono tra IA “debole” e IA “forte”. L’IA debole, quella attuale, eccelle in compiti specifici, come tradurre testi o guidare automobili, ma non capisce il significato delle sue azioni. L’IA forte, con autocoscienza e capacità di apprendimento autonomo, rimane un’ipotesi futuristica. Alcuni pensano che, con il progresso tecnologico, le macchine potrebbero un giorno sviluppare una coscienza, ma per ora è solo speculazione.

Un altro aspetto importante è l’etica. Se l’IA dovesse mai diventare cosciente, come dovremmo trattarla? Avrebbe diritti? Queste domande sollevano dilemmi morali che la società dovrà affrontare. Per ora, gli esperti sottolineano l’importanza di sviluppare l’IA in modo responsabile, assicurando che resti uno strumento al servizio dell’umanità.

In conclusione, l’IA non ha una coscienza. La sua “intelligenza” è il frutto di dati e programmazione, non di consapevolezza. Tuttavia, il dibattito continua a evolversi, spingendoci a riflettere sul confine tra uomo e macchina.



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Referendum 2025: Sì o No?

Il 8 e 9 giugno 2025, gli italiani voteranno su cinque referendum abrogativi: quattro sul lavoro e uno sulla cittadinanza. Promossi da CGIL e associazioni civiche con milioni di firme, i quesiti mirano a cambiare norme su licenziamenti, contratti a termine, sicurezza sul lavoro e requisiti per la cittadinanza. Il governo invita all’astensione per evitare il quorum. Ecco le ragioni del Sì e del No.Quesito 1: Licenziamenti illegittimi (scheda verde)Ragioni del Sì:Ripristinare il reintegro per i licenziamenti senza giusta causa, abolendo il contratto a tutele crescenti del Jobs Act.Garantire tutele più forti rispetto all’attuale indennizzo economico, ritenuto insufficiente.Ragioni del No:Mantenere la flessibilità del mercato del lavoro, incentivando assunzioni a tempo indeterminato.Evitare costi e rigidità per le aziende con il reintegro obbligatorio.Quesito 2: Piccole imprese (scheda arancione)Ragioni del Sì:Eliminare il tetto di 6 mensilità per i risarcimenti, lasciando ai giudici la decisione sull’importo.Offrire ai lavoratori una tutela più equa e proporzionata.Ragioni del No:Proteggere le piccole imprese da risarcimenti insostenibili che potrebbero lederne la sopravvivenza.Garantire prevedibilità economica con un limite fisso.Quesito 3: Contratti a termine (scheda grigia)Ragioni del Sì:Reintrodurre la “causale” per i contratti a termine sotto i 12 mesi, riducendo la precarietà.Promuovere assunzioni stabili contro l’abuso del lavoro temporaneo.Ragioni del No:Preservare la flessibilità per gestire esigenze temporanee delle aziende.Evitare restrizioni che riducano le opportunità di lavoro.Quesito 4: Infortuni sul lavoro (scheda rosa)Ragioni del Sì:Estendere la responsabilità solidale a committenti e appaltatori per migliorare la sicurezza.Incentivare standard più alti di prevenzione.Ragioni del No:Evitare complicazioni legali e aumenti di costi per le imprese committenti.Mantenere chiarezza nei rapporti contrattuali.Quesito 5: Cittadinanza (scheda gialla)Ragioni del Sì:Ridurre da 10 a 5 anni la residenza legale per la cittadinanza, favorendo l’integrazione.Riconoscere il contributo degli stranieri, allineandosi ad altri Paesi europei.Ragioni del No:Preservare il valore della cittadinanza come traguardo di lunga integrazione.Demandare il tema a una discussione parlamentare più approfondita.ConclusioneI referendum del 2025 sono un crocevia per il lavoro e l’inclusione in Italia. Il Sì punta su tutele e diritti, il No su flessibilità e pragmatismo. La sfida sarà raggiungere il quorum per tradurre le firme in cambiamento.

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