El Comercio De La República - Germania: Pacchetto di riforme sull'immigrazione

Lima -

Germania: Pacchetto di riforme sull'immigrazione




Il partito tedesco CDU/CSU ha ottenuto la maggioranza nel Bundestag per le sue richieste di un drastico inasprimento della politica di asilo. Il Parlamento ha approvato una mozione in cinque punti che, tra le altre cose, chiede controlli permanenti alle frontiere, il respingimento di chi chiede protezione e la detenzione degli stranieri a cui è stato ordinato di lasciare il Paese.

I partiti tedeschi FDP e AfD (Alternativa per la Germania) avevano segnalato il loro sostegno alla mozione, il che significa che l'SPD e i Verdi, tra cui il cancelliere Olaf Scholz (SPD) e Robert Habeck (Verdi), hanno fallito miseramente nell'impedire un cambiamento della politica di asilo in Germania. La vergognosa paura dell'SPD e dei Verdi di una completa perdita di potere nel Bundestag uscente era quasi tangibile.

La candidata cancelliera dell'AfD Alice Weidel ha affrontato la questione della migrazione nel suo discorso, affermando che le attuali politiche dell'SPD e dei Verdi sono mortali e riguardano l'intero Paese.
Ha accusato la coalizione rosso-verde di organizzare manifestazioni “a spese delle vittime”. Weidel ha anche criticato l'incomprensibile foto in ghisa dei Verdi alla manifestazione di Berlino, in occasione della commemorazione delle vittime degli omicidi di Aschafenburg.

Prima del voto, il cancelliere “immobile” Olaf Scholz (66 anni, SPD), che dopo quasi quattro anni ha completamente fallito con le sue politiche nella Repubblica Federale Tedesca, ha rilasciato una dichiarazione di governo in cui non ha potuto fare altro che elogiare il lavoro del suo governo, come sempre. Ne è seguita una battaglia di parole tra il capo del governo e l'opposizione! Nel suo discorso, Merz ha sottolineato che anche la SPD e i Verdi stanno “diventando sempre più piccoli”. Merz ha detto: “Ora devono accettare che la decisione giusta sarà presa senza di loro, ma nel merito del caso. Una decisione giusta non è sbagliata se le persone sbagliate la accettano”.



In primo piano


Italia senza gas russo

L’Italia ha voltato definitivamente pagina: nella mappa dei flussi di gas aggiornata al primo semestre 2025, il Paese non conta più sul gas russo per coprire il proprio fabbisogno interno. La svolta, avviata dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022, oggi è certificata dai dati di trasporto e rigassificazione: la quota di metano proveniente dal punto di ingresso di Tarvisio è scesa a meno del 2 per cento dei volumi immessi in rete, un flusso utilizzato quasi esclusivamente per il transito verso l’Austria.Il nuovo equilibrio energetico poggia su tre pilastri. Il primo è l’Algeria, che attraverso il gasdotto Transmed (ingresso di Mazara del Vallo) fornisce circa un terzo del gas consumato nel Paese. Il secondo è l’Azerbaigian: la Trans-Adriatic Pipeline che approda a Melendugno in Puglia garantisce un altro 15 per cento, rafforzando l’asse con il Caucaso. Il terzo pilastro è rappresentato dalle importazioni dal Nord Europa via Passo Gries, che coprono poco meno del 13 per cento e assicurano flessibilità in caso di picchi di domanda.A questi flussi via tubo si affianca l’esplosione del GNL. Con l’entrata in servizio della FSRU di Piombino nel 2023 e della nuova unità galleggiante a Ravenna nel maggio 2025, la capacità complessiva di rigassificazione supera i 30 miliardi di metri cubi l’anno. Nel primo semestre 2025 il GNL vale già il 31 per cento dell’offerta nazionale: lo alimentano soprattutto Qatar (circa 45 per cento del totale GNL) e Stati Uniti (35 per cento), seguiti da carichi spot provenienti da Africa occidentale e Norvegia.Diminuisce invece il contributo della Libia – sceso al di sotto del 2 per cento – complice l’instabilità politica di Tripoli e gli interventi di manutenzione sul Greenstream. La produzione nazionale, pur modesta, torna a crescere (5 per cento del totale) grazie a rilanci mirati in Adriatico e alla semplificazione delle autorizzazioni.La nuova configurazione delle infrastrutture ha trasformato l’Italia in un nodo di riequilibrio per l’Europa centrale: nei primi sei mesi dell’anno le esportazioni verso l’Austria sono quadruplicate, confermando la strategicità dell’asse Tarvisio-Arnoldstein. Parallelamente, gli stoccaggi sono stati riempiti oltre il 70 per cento già a giugno, superando la media UE, e garantendo sicurezza di approvvigionamento in vista dell’inverno.Sul piano politico-industriale, Roma consolida il “Piano Mattei” con l’Africa, punta all’idrogeno verde via TAP e preme sulla realizzazione del nuovo gasdotto orientale EastMed. Ma, soprattutto, la dipendenza dalla Russia è ormai un capitolo chiuso: un cambio di paradigma che rafforza la posizione italiana nei negoziati sul clima e accelera la transizione energetica senza rinunciare alla sicurezza degli approvvigionamenti.

Greenpeace: Le aziende agricole dell'UE stanno morendo

Il futuro dell'agricoltura nell'UE, la situazione in Medio Oriente, i primi piani del nuovo governo francese e una zucca da guinness dei primati: guardate questi argomenti nel video, potrebbe interessarvi...

UE-Ungheria: Causa per la legge sulla «sovranità»

Bruxelles ha intensificato l'azione legale contro la "legge sulla sovranità nazionale" dell'Ungheria. La norma violerebbe un'ampia gamma di diritti fondamentali. Il procedimento passa alla Corte di giustizia dell'Unione Europea in Lussemburgo.