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Lima -

Ricarica Auto Elettrica: Guida




Colonnine AC (corrente alternata): Sono le più diffuse e offrono potenze fino a 22 kW. Sono ideali per ricariche di medio-lunga durata, come nei parcheggi pubblici o nei centri commerciali. Il veicolo deve essere dotato di un caricatore interno per convertire la corrente alternata in continua.

Colonnine DC (corrente continua): Queste colonnine, dette anche "fast" o "ultrafast", erogano potenze da 50 kW a 350 kW e sono progettate per ricariche rapide, adatte soprattutto per i viaggi autostradali. In questo caso, la conversione da alternata a continua avviene direttamente nella colonnina, permettendo tempi di ricarica molto ridotti.

Per utilizzare una colonnina pubblica, è necessario avere un contratto con un fornitore di servizi di ricarica (MSP) o utilizzare app dedicate che permettono di localizzare le stazioni, avviare la ricarica e gestire i pagamenti. Alcune colonnine consentono anche pagamenti contactless, rendendo il processo ancora più semplice.

Quali sono i costi della ricarica?
I costi per ricaricare un'auto elettrica variano in base al metodo scelto:
Ricarica domestica: Il costo è legato alla tariffa elettrica del proprio contratto. In Italia, il prezzo medio dell'energia per le utenze domestiche è di circa 0,20-0,25 euro per kWh. Pertanto, ricaricare una batteria da 40 kWh a casa può costare tra 8 e 10 euro per una ricarica completa.

Ricarica alle colonnine pubbliche: I costi sono più elevati e dipendono dalla potenza della colonnina e dall'operatore. In media, per le colonnine AC (fino a 22 kW), il prezzo è di circa 0,40-0,60 euro per kWh. Per le colonnine DC fast (50-100 kW), il costo sale a 0,60-0,80 euro per kWh, mentre per le ultrafast (oltre 100 kW) può raggiungere 0,80-1,00 euro per kWh. Alcuni operatori offrono anche abbonamenti o pacchetti prepagati che possono ridurre i costi per gli utenti frequenti.

È importante notare che ricaricare a casa è generalmente più economico, ma richiede tempi più lunghi. Le colonnine pubbliche, pur essendo più costose, sono indispensabili per chi percorre lunghe distanze e ha bisogno di ricariche rapide.

Conclusioni
La ricarica dell'auto elettrica è un processo che sta diventando sempre più accessibile e conveniente, grazie al progresso tecnologico e alla diffusione delle infrastrutture. Sebbene i tempi di ricarica siano ancora più lunghi rispetto al rifornimento di un'auto tradizionale, le soluzioni rapide e ultrafast stanno riducendo notevolmente questa disparità. Inoltre, i costi della ricarica, soprattutto domestica, sono competitivi rispetto ai carburanti fossili, rendendo l'auto elettrica una scelta sempre più vantaggiosa sia per l'ambiente che per il portafoglio.



In primo piano


Italia senza gas russo

L’Italia ha voltato definitivamente pagina: nella mappa dei flussi di gas aggiornata al primo semestre 2025, il Paese non conta più sul gas russo per coprire il proprio fabbisogno interno. La svolta, avviata dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022, oggi è certificata dai dati di trasporto e rigassificazione: la quota di metano proveniente dal punto di ingresso di Tarvisio è scesa a meno del 2 per cento dei volumi immessi in rete, un flusso utilizzato quasi esclusivamente per il transito verso l’Austria.Il nuovo equilibrio energetico poggia su tre pilastri. Il primo è l’Algeria, che attraverso il gasdotto Transmed (ingresso di Mazara del Vallo) fornisce circa un terzo del gas consumato nel Paese. Il secondo è l’Azerbaigian: la Trans-Adriatic Pipeline che approda a Melendugno in Puglia garantisce un altro 15 per cento, rafforzando l’asse con il Caucaso. Il terzo pilastro è rappresentato dalle importazioni dal Nord Europa via Passo Gries, che coprono poco meno del 13 per cento e assicurano flessibilità in caso di picchi di domanda.A questi flussi via tubo si affianca l’esplosione del GNL. Con l’entrata in servizio della FSRU di Piombino nel 2023 e della nuova unità galleggiante a Ravenna nel maggio 2025, la capacità complessiva di rigassificazione supera i 30 miliardi di metri cubi l’anno. Nel primo semestre 2025 il GNL vale già il 31 per cento dell’offerta nazionale: lo alimentano soprattutto Qatar (circa 45 per cento del totale GNL) e Stati Uniti (35 per cento), seguiti da carichi spot provenienti da Africa occidentale e Norvegia.Diminuisce invece il contributo della Libia – sceso al di sotto del 2 per cento – complice l’instabilità politica di Tripoli e gli interventi di manutenzione sul Greenstream. La produzione nazionale, pur modesta, torna a crescere (5 per cento del totale) grazie a rilanci mirati in Adriatico e alla semplificazione delle autorizzazioni.La nuova configurazione delle infrastrutture ha trasformato l’Italia in un nodo di riequilibrio per l’Europa centrale: nei primi sei mesi dell’anno le esportazioni verso l’Austria sono quadruplicate, confermando la strategicità dell’asse Tarvisio-Arnoldstein. Parallelamente, gli stoccaggi sono stati riempiti oltre il 70 per cento già a giugno, superando la media UE, e garantendo sicurezza di approvvigionamento in vista dell’inverno.Sul piano politico-industriale, Roma consolida il “Piano Mattei” con l’Africa, punta all’idrogeno verde via TAP e preme sulla realizzazione del nuovo gasdotto orientale EastMed. Ma, soprattutto, la dipendenza dalla Russia è ormai un capitolo chiuso: un cambio di paradigma che rafforza la posizione italiana nei negoziati sul clima e accelera la transizione energetica senza rinunciare alla sicurezza degli approvvigionamenti.

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