Cavalli, New York anni '70 nella collezione prefall 2026
Fausto Puglisi ispirato dall'estetica di Martin Scorsese
(di Patrizia Vacalebri) Il direttore creativo di Roberto Cavalli, Fausto Puglisi, attinge all'estetica del regista Martin Scorsese per realizzare la collezione pre fall 2026, ispirata a un viaggio a New York negli anni '70. Scorsese è sempre stato un riferimento per Puglisi e New York per lo stilista "è la città più bella del mondo". Nella Grande Mela la bellezza nasce dal caos e dall'incontro tra culture diverse. Gli anni Settanta sono il dna, il decennio in cui Roberto Cavalli ha cominciato a riscrivere le sue regole con una ricerca pionieristica sulle stampe fotografiche, sul denim, sul patchwork, sulla pelle lavorata come un gioiello. Sono il decennio in cui nasce Fausto Puglisi, e per questo il rimando diventa personale. Ma tutto vive nell'oggi: come allora, c'è una darkness che attraversa il mondo, e come allora proprio da quella oscurità nasce una nuova energia, una promessa di rivoluzione culturale di rinascita. La collezione esplora i codici Cavalli con libertà. La pelle, elemento cardine della maison, torna con effetti invecchiati, frange dinamiche, micro borchie e lavorazioni iconiche mostrano tutto il savoir-faire artigianale del brand. Montone ed eco-fur disegnano volumi morbidi, scolpiti da tecnologie avanzate; gilet e micro top evocano l'hardware urbano degli anni '70, ma lo trasformano in un gesto contemporaneo; mentre le stampe fotografiche tornano come patchwork su satin e denim, un omaggio alla libertà visiva del primo Cavalli, reinterpretata con ritmo moderno, quasi cinematografico. Lo slipdress si trasforma: da abito con spacchi diventa top da portare sui jeans, una sensualità ribaltata, immediata, istintiva. Velluto, camoscio e fustagno maltinto definiscono un nuovo tailoring urbano, con giacche strutturate e gonne che mescolano eleganza e funzionalità. La stampa zebra esplode sulla seta e sul denim con frange di camoscio, scorre sui fluidi chiffon che catturano l'energia impalpabile della notte. La maglieria ruba la scena: jacquard intensi, maxi-cardigan con ecopelliccia, volumi che disegnano un modo di vestire libero, rilassato e cool. Dall'archivio emerge la stampa Kimono dai vibranti fiori giapponesi che sbocciano su una robe di seta da portare con un costume di lycra coordinato; il leopardo fiorisce in rose che ritornano anche negli accessori in chiffon da annodare al collo come simboli di un romanticismo ottimista e assertivo. I volumi diventano ariosi: maxi-abiti fluidi stretti da cinture-gioiello snake e gown plissé dalla sensualità eterea. Un suit bianco in leopardo jacquard evoca il glamour magnetico di Bianca Jagger. Gli accessori amplificano l'energia della collezione: audaci stivali in pelle invecchiata o cavallino leopardato con platform; sandali con farfalle in smalto dipinte a mano; pump serpente in zebra, leopardo, cavallino o con lavorazioni effetto razza. Le collane butterfly, i ciondoli corno, le borse Snake partecipano a un universo di simboli che raccontano l'anima più intima del marchio. Tutti i codici Cavalli — la pelle, l'eco-fur, gli abiti leggeri, il jersey, il denim, le stampe iconiche — tornano con forza, ma in una forma completamente nuova, pensata per il mondo di oggi. C'è l'heritage, ma senza nostalgia. C'è la libertà hippie del primo Cavalli, filtrata dallo sguardo contemporaneo di una generazione che cerca luce in mezzo ai chiaroscuri del presente.
L.Lozano--ECdLR
