El Comercio De La República - Klaus Welle: Europa in transizione

Lima -

Klaus Welle: Europa in transizione




Klaus Welles, noto politologo e consulente strategico, ha avanzato una proposta ambiziosa su come l'Unione Europea potrebbe affrontare le sfide di un mondo segnato da rapidi cambiamenti geopolitici, tecnologici e sociali. Intervenendo a una conferenza al Parlamento europeo, Welles ha esposto la sua visione per rafforzare il ruolo dell'Europa sulla scena internazionale e promuovere una maggiore coesione tra gli Stati membri.

Verso l'autonomia strategica e la solidarietà
Il punto centrale della visione di Klaus Welles è rafforzare l'autonomia strategica dell'Europa senza isolarla dal resto del mondo. Il suo approccio è: rafforzare la difesa e la sicurezza comuni.

Propone la creazione di un esercito europeo di risposta rapida, in grado di agire in modo coordinato di fronte a crisi umanitarie o minacce esterne. Chiede una maggiore unificazione delle politiche di difesa per ridurre la dipendenza dalle potenze esterne.

Promuovere la solidarietà energetica:
Sottolinea la necessità di condividere risorse e tecnologie per accelerare la transizione verso le energie rinnovabili. Auspica un piano di investimenti coordinato per garantire un approvvigionamento energetico sostenibile in tutti gli angoli dell'UE.

Innovazione e competitività nell'era digitale - Welles insiste sul fatto che l'UE deve trarre vantaggio dalla “quarta rivoluzione industriale” per rafforzare la sua leadership globale:

Promuovere la ricerca e lo sviluppo
Suggerisce di lanciare un fondo europeo per l'innovazione per promuovere i talenti locali e attirare ricercatori da fuori dell'UE. Sottolinea l'importanza di proteggere la proprietà intellettuale e il trasferimento di conoscenze tra gli Stati membri.

Regolamentazione efficace dell'intelligenza artificiale
Chiede la creazione di un quadro giuridico solido per garantire l'uso responsabile ed etico dell'IA, nonché la protezione dei dati personali. Sostiene che, gestita correttamente, l'IA è uno strumento indispensabile per modernizzare la pubblica amministrazione e promuovere la trasparenza.

Un approccio inclusivo alla migrazione e alla coesione sociale
Il progetto di Klaus Welles non si limita all'economia e alla sicurezza. Sottolinea anche l'importanza della coesione sociale e della gestione dei flussi migratori

Migrazione strutturata e solidale
Propone un meccanismo comune di accoglienza e integrazione, in modo che nessun Paese dell'UE si faccia carico da solo dei rifugiati. Sostiene la creazione di “corridoi umanitari sicuri” per facilitare l'arrivo ordinato delle persone vulnerabili.

Politiche di inclusione
Sottolinea l'urgenza di investire nell'istruzione e nella formazione professionale dei gruppi più svantaggiati. Propone di incoraggiare la mobilità del lavoro all'interno dell'UE per equilibrare le opportunità e ridurre il divario tra Paesi centrali e periferici.

Preservare l'identità culturale e rafforzare il ruolo dell'UE sulla scena globale - Klaus Welles sottolinea che l'UE non deve perdere di vista i suoi valori fondamentali.

Cultura e diversità
Chiede la promozione degli scambi culturali e di programmi come Erasmus per rafforzare il senso di identità europea, nel rispetto della ricchezza linguistica e culturale di ciascun Paese.

Diplomazia e leadership internazionale
Sostiene che l'Europa dovrebbe svolgere un ruolo più attivo nei forum globali come l'ONU e il G20, fornendo soluzioni pacifiche ai conflitti internazionali. Propone una strategia unitaria per negoziare gli accordi commerciali e garantire che gli interessi del continente siano adeguatamente rappresentati.

Reazioni e sfide future:
La visione di Klaus Welles ha generato un intenso dibattito nei circoli politici ed economici di Bruxelles. Da un lato, i suoi sostenitori apprezzano l'ambizione di rafforzare l'unità europea e l'impegno per l'innovazione. Dall'altro, alcuni temono che un eccessivo centralismo possa diluire l'autonomia degli Stati membri o far lievitare i costi dei programmi proposti.

Tuttavia, Welles è ottimista. "L'Europa è chiamata a essere un pilastro di stabilità in un mondo che cambia. Abbiamo bisogno di coraggio e consenso per forgiare un futuro prospero per tutti i cittadini europei.



In primo piano


Italia senza gas russo

L’Italia ha voltato definitivamente pagina: nella mappa dei flussi di gas aggiornata al primo semestre 2025, il Paese non conta più sul gas russo per coprire il proprio fabbisogno interno. La svolta, avviata dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022, oggi è certificata dai dati di trasporto e rigassificazione: la quota di metano proveniente dal punto di ingresso di Tarvisio è scesa a meno del 2 per cento dei volumi immessi in rete, un flusso utilizzato quasi esclusivamente per il transito verso l’Austria.Il nuovo equilibrio energetico poggia su tre pilastri. Il primo è l’Algeria, che attraverso il gasdotto Transmed (ingresso di Mazara del Vallo) fornisce circa un terzo del gas consumato nel Paese. Il secondo è l’Azerbaigian: la Trans-Adriatic Pipeline che approda a Melendugno in Puglia garantisce un altro 15 per cento, rafforzando l’asse con il Caucaso. Il terzo pilastro è rappresentato dalle importazioni dal Nord Europa via Passo Gries, che coprono poco meno del 13 per cento e assicurano flessibilità in caso di picchi di domanda.A questi flussi via tubo si affianca l’esplosione del GNL. Con l’entrata in servizio della FSRU di Piombino nel 2023 e della nuova unità galleggiante a Ravenna nel maggio 2025, la capacità complessiva di rigassificazione supera i 30 miliardi di metri cubi l’anno. Nel primo semestre 2025 il GNL vale già il 31 per cento dell’offerta nazionale: lo alimentano soprattutto Qatar (circa 45 per cento del totale GNL) e Stati Uniti (35 per cento), seguiti da carichi spot provenienti da Africa occidentale e Norvegia.Diminuisce invece il contributo della Libia – sceso al di sotto del 2 per cento – complice l’instabilità politica di Tripoli e gli interventi di manutenzione sul Greenstream. La produzione nazionale, pur modesta, torna a crescere (5 per cento del totale) grazie a rilanci mirati in Adriatico e alla semplificazione delle autorizzazioni.La nuova configurazione delle infrastrutture ha trasformato l’Italia in un nodo di riequilibrio per l’Europa centrale: nei primi sei mesi dell’anno le esportazioni verso l’Austria sono quadruplicate, confermando la strategicità dell’asse Tarvisio-Arnoldstein. Parallelamente, gli stoccaggi sono stati riempiti oltre il 70 per cento già a giugno, superando la media UE, e garantendo sicurezza di approvvigionamento in vista dell’inverno.Sul piano politico-industriale, Roma consolida il “Piano Mattei” con l’Africa, punta all’idrogeno verde via TAP e preme sulla realizzazione del nuovo gasdotto orientale EastMed. Ma, soprattutto, la dipendenza dalla Russia è ormai un capitolo chiuso: un cambio di paradigma che rafforza la posizione italiana nei negoziati sul clima e accelera la transizione energetica senza rinunciare alla sicurezza degli approvvigionamenti.

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