El Comercio De La República - Leone XIV, primo Papa peruviano

Lima -

Leone XIV, primo Papa peruviano




L'8 maggio 2025, il Vaticano ha annunciato l'elezione del nuovo Papa: Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost. Nato a Chicago nel 1955, Prevost ha ottenuto la cittadinanza peruviana nel 2015 dopo aver vissuto e lavorato in Perù per oltre 20 anni, dove è stato vescovo di Chiclayo. La sua elezione rappresenta una svolta storica per la Chiesa cattolica, essendo il primo Papa con cittadinanza peruviana e il secondo proveniente dal continente americano, dopo Papa Francesco. Questo evento sottolinea l'importanza crescente dell'America Latina nella Chiesa globale e la volontà di una Chiesa più inclusiva e vicina alle periferie.

Prevost ha trascorso gran parte della sua vita in Perù, dove ha servito come missionario agostiniano e poi come vescovo. La sua esperienza in America Latina lo ha reso un ponte tra diverse culture e settori ecclesiastici, guadagnandosi il rispetto per la sua capacità di dialogo e riconciliazione. Nelle sue prime parole dalla Loggia delle Benedizioni, Papa Leone XIV ha invocato la pace e ha ringraziato i cardinali per averlo scelto. Ha anche fatto un riferimento speciale alla sua diocesi in Perù, dimostrando il suo attaccamento al paese.

L'elezione di Leone XIV è stata accolta con entusiasmo da leader mondiali. Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha espresso il suo orgoglio per l'elezione del primo Papa americano, mentre la Presidente del Perù Dina Boluarte ha sottolineato il profondo legame del Papa con il Perù, dove ha dedicato gran parte della sua vita al servizio dei più umili.

L'elezione di un Papa con una forte connessione all'America Latina potrebbe portare a una maggiore attenzione alle questioni sociali e alla giustizia, temi cari a Papa Francesco. Inoltre, la sua esperienza come missionario e vescovo in una delle diocesi più povere del Perù potrebbe influenzare la sua visione della Chiesa come una comunità più inclusiva e solidale. Papa Leone XIV è anche noto per il suo impegno a favore dell'ecologia integrale, sottolineando la necessità di passare 'dalle parole ai fatti' nella risposta alla crisi ambientale.

Tra le sfide che Papa Leone XIV dovrà affrontare ci sono la gestione delle tensioni interne alla Chiesa, la promozione del dialogo interreligioso e la risposta alle crisi globali come i conflitti armati e la crisi climatica. Con la sua elezione, la Chiesa cattolica entra in una nuova era, con un Papa che porta con sé l'esperienza e la sensibilità dell'America Latina. Il mondo guarda con speranza a Papa Leone XIV, auspicando che possa guidare la Chiesa verso un futuro di pace, dialogo e solidarietà.



In primo piano


Italia senza gas russo

L’Italia ha voltato definitivamente pagina: nella mappa dei flussi di gas aggiornata al primo semestre 2025, il Paese non conta più sul gas russo per coprire il proprio fabbisogno interno. La svolta, avviata dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022, oggi è certificata dai dati di trasporto e rigassificazione: la quota di metano proveniente dal punto di ingresso di Tarvisio è scesa a meno del 2 per cento dei volumi immessi in rete, un flusso utilizzato quasi esclusivamente per il transito verso l’Austria.Il nuovo equilibrio energetico poggia su tre pilastri. Il primo è l’Algeria, che attraverso il gasdotto Transmed (ingresso di Mazara del Vallo) fornisce circa un terzo del gas consumato nel Paese. Il secondo è l’Azerbaigian: la Trans-Adriatic Pipeline che approda a Melendugno in Puglia garantisce un altro 15 per cento, rafforzando l’asse con il Caucaso. Il terzo pilastro è rappresentato dalle importazioni dal Nord Europa via Passo Gries, che coprono poco meno del 13 per cento e assicurano flessibilità in caso di picchi di domanda.A questi flussi via tubo si affianca l’esplosione del GNL. Con l’entrata in servizio della FSRU di Piombino nel 2023 e della nuova unità galleggiante a Ravenna nel maggio 2025, la capacità complessiva di rigassificazione supera i 30 miliardi di metri cubi l’anno. Nel primo semestre 2025 il GNL vale già il 31 per cento dell’offerta nazionale: lo alimentano soprattutto Qatar (circa 45 per cento del totale GNL) e Stati Uniti (35 per cento), seguiti da carichi spot provenienti da Africa occidentale e Norvegia.Diminuisce invece il contributo della Libia – sceso al di sotto del 2 per cento – complice l’instabilità politica di Tripoli e gli interventi di manutenzione sul Greenstream. La produzione nazionale, pur modesta, torna a crescere (5 per cento del totale) grazie a rilanci mirati in Adriatico e alla semplificazione delle autorizzazioni.La nuova configurazione delle infrastrutture ha trasformato l’Italia in un nodo di riequilibrio per l’Europa centrale: nei primi sei mesi dell’anno le esportazioni verso l’Austria sono quadruplicate, confermando la strategicità dell’asse Tarvisio-Arnoldstein. Parallelamente, gli stoccaggi sono stati riempiti oltre il 70 per cento già a giugno, superando la media UE, e garantendo sicurezza di approvvigionamento in vista dell’inverno.Sul piano politico-industriale, Roma consolida il “Piano Mattei” con l’Africa, punta all’idrogeno verde via TAP e preme sulla realizzazione del nuovo gasdotto orientale EastMed. Ma, soprattutto, la dipendenza dalla Russia è ormai un capitolo chiuso: un cambio di paradigma che rafforza la posizione italiana nei negoziati sul clima e accelera la transizione energetica senza rinunciare alla sicurezza degli approvvigionamenti.

Greenpeace: Le aziende agricole dell'UE stanno morendo

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