El Comercio De La República - Il Triangolo delle Bermuda

Lima -

Il Triangolo delle Bermuda




Il Triangolo delle Bermuda, una vasta area dell’Oceano Atlantico delimitata da Bermuda, Puerto Rico e la Florida, è da tempo al centro di racconti e speculazioni. Conosciuto per le presunte sparizioni inspiegabili di navi e aerei, questo luogo ha alimentato leggende e teorie fantasiose. Ma cosa c’è di vero in tutto ciò? Analizzando i dati, cerchiamo di sfatare il mito e comprendere la realtà dietro questi eventi.

Le origini della leggenda
Il fascino del Triangolo delle Bermuda è nato a metà del XX secolo, quando si diffusero resoconti di incidenti misteriosi. Uno degli episodi più celebri risale al 1945, quando cinque aerei militari americani, noti come Volo 19, scomparvero durante un’esercitazione, insieme a un velivolo inviato per le ricerche. Questi casi, amplificati da libri e articoli, hanno dato vita a ipotesi su forze soprannaturali o interventi extraterrestri.

I dati sotto la lente
Contrariamente alla sua fama, i numeri non supportano l’idea di un’area eccezionalmente pericolosa. Le autorità marittime, come la Guardia Costiera degli Stati Uniti, affermano che gli incidenti registrati nel Triangolo non superano quelli di altre zone ad alto traffico. Anche le compagnie assicurative, che monitorano i rischi con attenzione, non considerano questa regione più rischiosa rispetto ad altre. Le cause più comuni? Errori umani, guasti tecnici e condizioni climatiche estreme.

Spiegazioni razionali
Gli studiosi hanno avanzato diverse ipotesi per spiegare gli eventi. Tra queste spicca la presenza di onde anomale, capaci di superare i 30 metri di altezza, generate dall’incontro di correnti e tempeste. Queste possono travolgere imbarcazioni e velivoli in pochi istanti. Inoltre, l’oceano in quest’area raggiunge profondità estreme, fino a oltre 8.000 metri, rendendo quasi impossibile il recupero di relitti. Altri fattori includono correnti imprevedibili e fenomeni meteorologici intensi.

Conclusione
Il Triangolo delle Bermuda è più un mito che una maledizione. Sebbene gli incidenti siano reali e spesso tragici, non c’è nulla che non possa essere spiegato con cause naturali o errori umani. La leggenda, alimentata dal sensazionalismo, ha oscurato la verità: questa zona non è più misteriosa di altre parti del mondo. La scienza continua a fare luce, dimostrando che il “Triangolo del Diavolo” è, in fondo, solo un angolo dell’oceano.



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Malavita: origini e globalità

Nel panorama dell'informazione contemporanea, pochi nomi risuonano con la forza e l'impatto di Roberto Saviano. Scrittore e giornalista italiano, Saviano è diventato un simbolo della lotta contro la criminalità organizzata grazie al suo libro "Gomorra", che ha svelato i meccanismi interni della Camorra napoletana e delle sue ramificazioni globali. In un recente e approfondito dialogo, Saviano ha condiviso le sue riflessioni sull'origine della malavita in Italia e nel mondo, offrendo una prospettiva unica e informata su un fenomeno che continua a plasmare la società moderna.L'origine della malavita in Italia affonda le sue radici in un passato lontano, ma è nel XIX secolo che le organizzazioni criminali come la Mafia siciliana, la 'Ndrangheta calabrese e la Camorra napoletana iniziano a strutturarsi in modo più definito. Secondo Saviano, queste entità hanno prosperato in contesti di povertà, mancanza di opportunità e debolezza delle istituzioni statali. "La malavita nasce dove lo Stato è assente o corrotto," afferma Saviano. "È un parassita che si nutre delle debolezze del sistema."Ma la malavita non è un fenomeno esclusivamente italiano. Nel corso del XX secolo, le organizzazioni criminali italiane hanno esteso la loro influenza oltre i confini nazionali, stabilendo reti internazionali che operano in Europa, America e Asia. "La globalizzazione ha reso la criminalità organizzata un fenomeno transnazionale," spiega Saviano. "Le mafie hanno saputo adattarsi ai cambiamenti economici e tecnologici, sfruttando le opportunità offerte dalla liberalizzazione dei mercati e dalla digitalizzazione."Un esempio emblematico di questa espansione è il traffico di droga, che ha visto le organizzazioni italiane collaborare con cartelli sudamericani e gruppi criminali asiatici. "La cocaina, ad esempio, è diventata una delle principali fonti di reddito per la 'Ndrangheta," nota Saviano. "Questa organizzazione ha stabilito una rete globale che le permette di controllare gran parte del mercato europeo."Tuttavia, la malavita non si limita al traffico di stupefacenti. Le organizzazioni criminali sono attive in una vasta gamma di settori, dall'edilizia alla finanza, dalla politica all'ambiente. "La corruzione è il collante che tiene insieme questo sistema," sostiene Saviano. "Senza la complicità di politici, imprenditori e funzionari pubblici, la malavita non potrebbe prosperare."Nel suo dialogo, Saviano ha anche affrontato il tema della lotta alla criminalità organizzata. "La repressione è necessaria, ma non sufficiente," afferma. "Per sconfiggere la malavita, è fondamentale investire nell'educazione, nella cultura e nello sviluppo economico delle aree più vulnerabili." Saviano sottolinea l'importanza di un approccio olistico che combini misure repressive con politiche sociali e di prevenzione.Un altro aspetto cruciale è la protezione dei testimoni e dei collaboratori di giustizia. "Queste persone rischiano la vita per denunciare la criminalità," dice Saviano. "È nostro dovere garantire loro sicurezza e supporto." Lo scrittore stesso vive sotto scorta dal 2006, a causa delle minacce ricevute per il suo lavoro di denuncia.Nonostante le sfide, Saviano mantiene un cauto ottimismo. "La consapevolezza sta crescendo," osserva. "Grazie all'informazione e all'attivismo, sempre più persone comprendono la gravità del problema e sono disposte a combatterlo." Tuttavia, avverte che la strada è ancora lunga e che la vigilanza deve essere costante.In conclusione, il dialogo con Roberto Saviano offre una visione approfondita e articolata sull'origine e l'evoluzione della malavita in Italia e nel mondo. Attraverso la sua analisi, emerge un quadro complesso in cui la criminalità organizzata si adatta e prospera in un mondo globalizzato, ma anche una speranza fondata sulla forza della conoscenza e dell'impegno civico. La lotta contro la malavita è una battaglia che riguarda tutti e che richiede un impegno collettivo e incessante.

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