El Comercio De La República - Trump: dai dazi all’UE alle ambizioni su Groenlandia

Lima -

Trump: dai dazi all’UE alle ambizioni su Groenlandia




La presidenza di Donald Trump, iniziata il 20 gennaio scorso, sta ridefinendo i rapporti geopolitici con mosse audaci e controverse. Tra i dazi imposti all’Unione Europea e le rinnovate mire su Groenlandia, il secondo mandato del leader repubblicano si configura come un periodo di tensioni globali e ambizioni espansionistiche.

Il 2 aprile, Trump ha annunciato un “colpo tariffario” con dazi del 20% su tutte le importazioni dall’UE, parte di una strategia che include un 10% universale e un 34% sulla Cina. L’obiettivo dichiarato è rilanciare l’industria americana, ma l’UE ha già promesso ritorsioni su prodotti simbolo come il bourbon e le motociclette Harley-Davidson. Economisti dell’Organizzazione Mondiale del Commercio prevedono una contrazione del commercio globale dell’1%, con rischi di inflazione negli USA e recessione in Europa. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha definito la mossa “un atto di egoismo economico” durante un vertice a Bruxelles il 28 marzo.

Parallelamente, Trump ha riacceso il sogno di annettere Groenlandia. In un’intervista a NBC News del 30 marzo, ha ribadito che il controllo dell’isola è “essenziale per la sicurezza nazionale”, citando le sue risorse (terre rare, petrolio) e la posizione strategica nell’Artico. La premier danese Mette Frederiksen ha risposto secca il 2 aprile: “Groenlandia non è in vendita”, mentre il primo ministro groenlandese Jens-Frederik Nielsen ha escluso ogni negoziato. La visita della seconda dama Usha Vance a Nuuk il 27 marzo, accompagnata da alti funzionari, è stata letta come una pressione diplomatica.

Queste mosse riflettono la visione di Trump: un’America dominante, anche a costo di alienare gli alleati. Le trattative con Putin sull’Ucraina, tenutesi il 19 marzo in Arabia Saudita, aggiungono un ulteriore strato di complessità, lasciando l’UE a interrogarsi sul proprio ruolo. La presidenza Trump si prospetta come un banco di prova per l’ordine globale.



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Leone XIV, primo Papa peruviano

L'8 maggio 2025, il Vaticano ha annunciato l'elezione del nuovo Papa: Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost. Nato a Chicago nel 1955, Prevost ha ottenuto la cittadinanza peruviana nel 2015 dopo aver vissuto e lavorato in Perù per oltre 20 anni, dove è stato vescovo di Chiclayo. La sua elezione rappresenta una svolta storica per la Chiesa cattolica, essendo il primo Papa con cittadinanza peruviana e il secondo proveniente dal continente americano, dopo Papa Francesco. Questo evento sottolinea l'importanza crescente dell'America Latina nella Chiesa globale e la volontà di una Chiesa più inclusiva e vicina alle periferie.Prevost ha trascorso gran parte della sua vita in Perù, dove ha servito come missionario agostiniano e poi come vescovo. La sua esperienza in America Latina lo ha reso un ponte tra diverse culture e settori ecclesiastici, guadagnandosi il rispetto per la sua capacità di dialogo e riconciliazione. Nelle sue prime parole dalla Loggia delle Benedizioni, Papa Leone XIV ha invocato la pace e ha ringraziato i cardinali per averlo scelto. Ha anche fatto un riferimento speciale alla sua diocesi in Perù, dimostrando il suo attaccamento al paese.L'elezione di Leone XIV è stata accolta con entusiasmo da leader mondiali. Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha espresso il suo orgoglio per l'elezione del primo Papa americano, mentre la Presidente del Perù Dina Boluarte ha sottolineato il profondo legame del Papa con il Perù, dove ha dedicato gran parte della sua vita al servizio dei più umili.L'elezione di un Papa con una forte connessione all'America Latina potrebbe portare a una maggiore attenzione alle questioni sociali e alla giustizia, temi cari a Papa Francesco. Inoltre, la sua esperienza come missionario e vescovo in una delle diocesi più povere del Perù potrebbe influenzare la sua visione della Chiesa come una comunità più inclusiva e solidale. Papa Leone XIV è anche noto per il suo impegno a favore dell'ecologia integrale, sottolineando la necessità di passare 'dalle parole ai fatti' nella risposta alla crisi ambientale.Tra le sfide che Papa Leone XIV dovrà affrontare ci sono la gestione delle tensioni interne alla Chiesa, la promozione del dialogo interreligioso e la risposta alle crisi globali come i conflitti armati e la crisi climatica. Con la sua elezione, la Chiesa cattolica entra in una nuova era, con un Papa che porta con sé l'esperienza e la sensibilità dell'America Latina. Il mondo guarda con speranza a Papa Leone XIV, auspicando che possa guidare la Chiesa verso un futuro di pace, dialogo e solidarietà.

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